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Note storiche

       

La chiesa di Sant'Agata sorge in località Rivergaro, all'interno del centro abitato, preceduta da un sagrato poco profondo cui si accede tramite una scalinata di cinque gradini in pietra, con orientazione Est­Ovest. La facciata neoclassica è a vento, monocuspidata, coronata da frontone triangolare in aggetto, con al centro del timpano una nicchia circolare che accoglie il busto del Padre Eterno. La facciata è rinserrata agli angoli da larghe lesene che sorreggono una cornice modanata in leggero aggetto. Al di sopra della cornice insiste un finestrone a lunetta, con cornice modanata. Al centro, nella parte inferiore, l'unico portale, a luce rettangolare, con stipiti in pietra, sormontato da architrave in pietra su mensole. Al di sopra dell'architrave una nicchia circolare con il busto di Sant' Agata. Sui fronti laterali, in pietra a vista, si addossano una cappella, a pianta rettangolare, per lato, con finestroni a lunetta nella parte superiore. Il volume del Presbiterio, più basso è forato sui lati da un finestrone a lunetta, per lato. Sul retro l'abside semicircolare presenta due finestroni rettangolari sui lati. La torre campanaria sorge e si addossa sulla sinistra della chiesa, a filo con la facciata. Su di un basamento in pietra a vista si eleva su tre ordini, separati da cornici marcapiano e termina con una cella, con angoli svasati. Agli angoli lesene doriche sorreggono frontoni triangolari. La cella, forata sui quattro lati da monofore a tuto sesto, è coronata da un tamburo circolare, scandito da lesene, coperto con tetto conico in cotto. Sul fronte destro si addossa la canonica, su quello sinistro un'abitazione privata.

Il progetto originario dell'edificio era opera dell'architetto Ing. Fraschina che lo presentò nel 1812. Il progetto in seguito venne affidato all'architetto Antonio Tomba, nipote del più noto Lotario Tomba, affinché venisse esaminato e modificato. Tuttavia Tomba cambiò sostanzialmente le forme del progetto e trovò a scontrarsi con i soldi disponibili. Nel frattempo venne demolita la chiesa primitiva (da una testimonianza si evince l'esistenza di un'ulteriore chiesa precedente quella demolita). In seguito alla posa della prima pietra, i lavori furono sospesi sia a causa del cambiamento del parroco, sia per il cambio di Governo. Ripresi i lavori, nel corso della costruzione si decise di modificare il progetto del Tomba. Per prolungare la chiesa, nel luogo dove in origine era prevista la realizzazione della torre, vi si dovette sostituire il coro. Nel 1819 la chiesa era idonea al culto, ma mancava ancora la torre. Stilisticamente ripropone forme neoclassiche.

Schema planimetrico ad aula a tre campate, voltate a botte. Le campate sono segnate da lesene doriche, al di sopra delle quali corre una trabeazione spezzata, lungo la navata, il presbiterio e l'abside. La volta a botte è percorsa dagli archi trasversali a tutto sesto che s'impostano al di sopra delle lesene. In corrispondenza della seconda campata, si aprono con arco a tutto sesto due cappelle votive, a pianta rettangolare, voltate a botte. La cappelle sono dedicate rispettivamente, quella di destra alla Madonna, quella di sinistra a San Giuseppe. Il presbiterio, rialzato di tre gradini in marmo rosa di Verona, sul piano della chiesa, è a pianta rettangolare, voltato a botte, con la volta forata da leggere unghie dei finestroni del claristerio. L'abside semicircolare è voltato a emicupola.

 
           

Opere

       

La chiesa di Sant’Agata ospita un discreto nucleo di dipinti, tra i quali si segnalano il Martirio di Sant’Agata di Giovanni Rubini e il Martirio di Santa Margherita di Sebastiano Galeotti, il San Bernardo abate con Santa vergine e martire di Clemente Ruta e la Madonna con Gesù Bambino, Santa Lucia e San Biagio di Giacomo Ceruti detto il Pitocchetto, tutti del XVIII secolo. Tra le altre opere si segnalano l’altare maggiore proveniente da Sant’Agostino (1777) e il coro ligneo databile fra Cinque e Seicento

Fonte: Scheda CEI, Inventario dei beni immobili, Chiesa di S. Agata, Rivergaro, a cura di Francesca Bersani, Andrea Marcolongo, 2011

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